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Fin da bambino, i muri di Ercolano sono la sua tela. Pluto: un nome che a soli undici anni inizia a marchiare le strade, tracciando una vocazione precoce e indomabile per i graffiti. La sua eco infiamma Napoli, dove a quindici anni è già leggenda, per poi esplodere nella scena underground milanese. Ma la strada dell'affermazione è lastricata di sfide: il primo arresto, un'interruzione brutale. Pluto non si piega. Con la sua crew si lancia alla conquista dell'Europa, lasciando il segno nelle metropoli. Poi, la caduta più dura: dodici anni di detenzione. È nel buio del carcere che avviene la trasformazione più profonda. Dopo un blocco emotivo, l'arte rinasce, più potente, affinata dalla privazione, diventando ossessione, evasione e infine un faro per altri detenuti attraverso un laboratorio da lui stesso creato. Oggi, le opere di Pluto sono storia viva, frammenti di un'esistenza vissuta al limite, testimonianze di una resilienza incrollabile e di un'affermazione artistica che conquista collezionisti e appassionati, eco di un talento che nessuna barriera ha potuto contenere.